Salute riproduttiva nelle donne affette da schizofrenia
ROBERTO COLONNA
NOTE E NOTIZIE - Anno XVII – 18 aprile 2020.
Testi pubblicati sul sito www.brainmindlife.org
della Società Nazionale di Neuroscienze “Brain, Mind & Life - Italia” (BM&L-Italia).
Oltre a notizie o commenti relativi a fatti ed eventi rilevanti per la Società,
la sezione “note e notizie” presenta settimanalmente lavori neuroscientifici
selezionati fra quelli pubblicati o in corso di pubblicazione sulle maggiori riviste
e il cui argomento è oggetto di studio dei soci componenti lo staff dei recensori della Commissione Scientifica della Società.
[Tipologia del testo: RECENSIONE]
Anche se nelle descrizioni a scopo didattico è frequente e caratteristica
la descrizione della schizofrenia secondo il modello di pazienti di sesso
maschile, così come accade più spesso che si facciano esempi di psicosi
depressive o bipolari con pazienti di sesso femminile, il disturbo
schizofrenico non è affatto raro nelle donne e, nei casi gestiti con un buon
successo terapeutico, emergono problematiche extra-psichiatriche di salute
riproduttiva in passato trascurate o sottovalutate.
Per introdurre, in generale, il problema della psicosi schizofrenica, qui
di seguito si riporta una sintesi proposta in una precedente recensione:
“La
descrizione clinica della schizofrenia
e delle forme di psicosi più prossime alla sua caratterizzazione nosografica
prevede tre gruppi di manifestazioni: sintomi positivi, sintomi negativi e
sintomi cognitivi. Le definizioni appartengono al lessico psicopatologico che,
secondo una convenzione della semeiotica medica, indica con “positivo” un segno
“produttivo”, ovvero assente nel sano, in contrapposizione con “negativo”, che
sta ad indicare un deficit o un difetto di una funzione fisiologica.
Il primo gruppo include i segni più
drammatici, sui quali si basa maggiormente la diagnosi di psicosi, ossia allucinazioni,
deliri e disorganizzazione del pensiero.
Le allucinazioni, intese come
percezioni in assenza degli stimoli adeguati, sono uditive in oltre il 60% dei
casi, ma possono essere visive, tattili, olfattive e gustative.
I deliri sono produzioni di
pensiero basate su erronee convinzioni non suscettibili di correzione o
modifica, anche di fronte ad evidenza materiale e conclamata del contrario. La
gamma è potenzialmente molto estesa e spesso in rapporto alla gravità della
psicosi, con espressioni plausibili nei casi lievi, come sostenere di essere
spiati con telecamere da parenti che hanno realmente indagato sulla vita
privata del paziente, fino a manifestazioni inverosimili o illogiche nei casi
più gravi, come sostenere di essere controllato nel pensiero da extraterrestri mediante
un microchip impiantato nel cervello,
o temere di essere ucciso da un personaggio televisivo che potrebbe diffondere
un veleno attraverso lo schermo del televisore.
I sintomi positivi includono anche
la disorganizzazione del pensiero e della sua espressione verbale, con
associazioni concettuali deboli, improprie, basate su errori di categoria per somiglianze
superficiali o perdita dei nessi di senso di base; ragionamenti illogici e
stati affettivi ed emotivi incoerenti con il contenuto del pensiero.
I sintomi positivi sono quelli più sensibili di
regressione con il trattamento farmacologico, anche se raramente si hanno
remissioni complete e protratte. Molto più resistenti al trattamento sono i
sintomi negativi e i sintomi cognitivi. Fra i segni negativi vi sono la perdita
di reattività emozionale, l’anaffettività, l’anedonia, la povertà di linguaggio
(di pensiero) e la carenza di motivazione. L’interessamento psicopatologico
delle facoltà cognitive si presenta principalmente con una riduzione generale
delle abilità intellettive e deficit che si possono così sintetizzare:
alterazione delle funzioni legate all’attenzione, difficoltà nel problem-solving, riduzione della memoria
dichiarativa verbale, ritardo nel richiamo alla memoria (rievocazione) di
parole, e riduzione della fluenza dell’eloquio”[1].
Nelle donne diagnosticate di psicosi schizofrenica la frequenza di disfunzioni
della sfera sessuale è molto elevata, mentre si registrano livelli molto bassi
di disfunzione sessuale.
Lucy C. Barker e Simone N. Vigod hanno fatto il
punto circa le principali problematiche, grazie ad una revisione di tutti i
maggiori studi più recenti su questo argomento.
(Barker L. C. & Vigod S. N., Sexual Health in Women with Schizophrenia: A
Review. Frontiers in
Neuroendocrinology – Epub ahead of print doi: 10.1016/j.yfrne.2020.100840,
2020).
La provenienza
degli autori è la seguente: Department of Psychiatry, University of Toronto,
Toronto, Ontario (Canada); Women’s College Hospital and Research Institute,
Toronto, Ontario (Canada).
Le donne schizofreniche sono in
generale ad alto rischio per numerosi aspetti negativi legati alla salute della
sfera sessuale, incluse gravidanze non desiderate, aborti provocati e infezioni
da HIV; ma, soprattutto, sono vittime in alta percentuale di violenza sessuale
e di numerosi abusi privati da parte dei partner.
Lucy C. Barker e Simone N. Vigod hanno esplorato i complessi e interconnessi fattori
di rischio bio-psico-sociale per comprendere,
attraverso gli esiti degli studi specifici per ciascun settore specializzato,
come elementi legati alla malattia stessa, agli effetti dei farmaci
antipsicotici, alla presenza di disturbi associati – sia psichiatrici che
internistici – allo stigma, a traumi infantili e a condizioni sociali influenti
sulla salute, quali la povertà e le condizioni abitative, possano incidere, sia
quantitativamente che qualitativamente, sulle donne affette.
Gli autori della rassegna, dopo aver
presentato un’analisi per il cui dettaglio si rimanda al testo dell’articolo e
dalla quale si ricava un quadro a tinte fosche dei livelli di assistenza per
questi problemi nelle donne psicotiche, sottolineano che gli interventi di
salute sessuale specificamente elaborati, dopo una precisa diagnosi, consentono
di ottenere effetti notevolmente positivi, sia nel vissuto delle esperienze
sessuali sia per una migliore gestione del proprio corpo, anche se questo
avviene raramente. Per la prevenzione di violenza, coercizione e
discriminazione, invece, la situazione generale, anche nei paesi con più alto
grado di sviluppo socio-economico è ancora gravemente deficitaria, perché
mancano piani socio-sanitari specificamente indirizzati a questo scopo.
L’autore della
nota ringrazia
la dottoressa Isabella Floriani per la correzione della bozza e invita alla
lettura delle recensioni di studi di
argomento connesso che appaiono nella sezione “NOTE E NOTIZIE” del sito (utilizzare
il motore interno nella pagina “CERCA”).
Roberto Colonna
BM&L-18 aprile 2020
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